Mentre sul fronte europeo si sta spingendo verso l’adozione di una direttiva volta alla regolamentazione dei “green claims”, i grandi colossi del settore alimentare e delle bevande, Coca-Cola, Nestlé e Danone, hanno diffuso e venduto sul suolo europeo bottiglie, recenti il claim “100% recycled”.
Un’affermazione che ha suscitato l’ira di ambientalisti e degli organismi di tutela dei consumatori, che sostengono che non sia tecnicamente possibile un tale risultato.
Per tale motivo, la BEUC (Bureau Européen des Unions de Consommateurs), sostenuta da ClientEarth ed ECOS (Environmental Coalition on Standards), ha presentato un external alert alla Commissione europea e alla Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori, contro tali asserzioni, in quanto considerate non veritiere e ingannevoli.
l label “100%” recylced” suggerirebbe che le bottiglie possano essere semplicemente riciclate in un ciclo circolare infinito, mentre nell’UE, il tasso di riciclaggio delle bottiglie di plastica è di circa il 50%, mentre solo il 30% circa viene utilizzato per produrre nuove bottiglie. Il resto è destinato a prodotti come i tessuti, che in genere non sono riciclabili. Per non parlare delle altre componenti della bottiglia di plastica, come i coperchi e le etichette, che non sono fatti di plastica riciclata e hanno ancor meno probabilità di essere effettivamente riciclati.
Tale vicenda delinea l’importanza di una regolamentazione per le certificazioni verdi e degli effetti negativi per l’ambiente che ne possano derivare dal loro abuso: l’obiettivo della direttiva “green claims” è proprio quello di rendere le dichiarazioni affidabili e comparabili, aiutando così i consumatori a compiere scelte più sostenibili, al contempo lottando contro il fenomeno del “greenwashing“.