L’Unione Europea ha approvato, dopo l’iniziale proposta nel 2021, la prima legislazione al modo per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale (AI). Si tratta di un passo importante verso il futuro dell’era digitale, tanto che il presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ha definito questo momento come “un momento storico per l’Europa Digitale”. Anche se il governo francese, tedesco e italiano si erano opposti, richiedendo l’adozione di un semplice codice di condotta in sostituzione all’”AI Act”, Commissione, Consiglio e Parlamento europeo hanno ritenuto necessario procedere con l’adozione di una normativa ad hoc, al fine di garantire un più efficace bilanciamento tra innovazione e protezione dei diritti e libertà.
Il quadro giuridico stabilisce una classificazione di pericolosità dei sistemi di intelligenza artificiale su quattro livelli, passando da un rischio minimo a uno inaccettabile, stabilendo per ciascun grado specifici obblighi e controlli in un’ottica di prevenzione. Le tecnologie che sono idonee ad impattare significativamente sulla salute, sicurezza, diritti fondamentali e ambiente, definite ad “alto rischio”, sono sottoposte a norme regolamentari complete, soprattutto in materia di ripartizione di responsabilità tra sviluppatori e utenti, mentre quelle definite inaccettabili, invece, vengono del tutto proibite. Verrà vietato, ad esempio, la manipolazione cognitiva del comportamento, il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e negli istituti scolastici, l’utilizzo del riconoscimento biometrico e la classificazione degli individui sulla base di dati sensibili, come l’orientamento sessuale o le convinzioni religiose.
I controlli sui sistemi di intelligenza artificiale e il rispetto del regolamento verranno effettuati da un nuovo organismo europeo per l’AI con sede a Bruxelles, oltre alle autorità nazionali di cui ciascun paese si potrà dotare. I cittadini stessi avranno la possibilità di presentare reclami per i sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio, a cui potranno seguire sanzioni anche molto elevate, potendo ammontare fino a 35 milioni di euro oppure il 7% del fatturato più alto per le violazioni più gravi.
L’“AI Act” entrerà in vigore nella sua totalità entro 24 mesi, un lasso di tempo nel quale si prevede che verranno puntualizzate e specificate molte questioni tecniche. Tuttavia, già nel giro di 6 mesi verranno introdotti i divieti per quegli usi considerati più pericolosi, permettendo ai governi nazionali di accelerarne autonomamente l’applicazione.