Dopo H&M, è la volta di Nike a doversi difendere in una class action di fronte alla U.S. District Court dell’Eastern District of Missouri, con l’accusa di greenwashing.
Ciò che si contesta è che la “sustainable collection” del brand presenti molti prodotti composti da materiali sintetici, pertanto non riciclabili e, comunque, dannosi per l’ambiente.
Le prime riflessioni di fronte alle class action che hanno visto coinvolti dei colossi della moda ha evidenziato, da un lato, che la Federal Trade Commission’s Green Guide, recante indicazioni per le imprese al fine di evitare una comunicazione commerciale ingannevole riguardo ai cd. green claims, non è vincolante, per cui c’è chi sostiene che sarebbe auspicabile l’introduzione di regole più stringenti al riguardo. Dall’altro, qualora la Corte sostenga che le fibre riciclate utilizzate da Nike sono, in effetti, non sostenibili, l’intera comunicazione commerciale dell’impresa crollerebbe e, probabilmente, quella di tante altre imprese.
Sarà interessante, allora, seguire gli sviluppi di queste class action e le conseguenze che queste azioni avranno nel panorama della comunicazione commerciale dell’U.S.