Con sentenza depositata il 10 aprile scorso (C-435/2012), la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che l’importo del prelievo dovuto per la realizzazione di copie private di un’opera protetta non può tener conto delle eventuali riproduzioni illegali, anche in assenza di misure tecnologiche applicabili per contrastare la pirateria.
Nel caso di specie, sono state dichiarate contrarie al diritto dell’Unione le norme nazionali olandesi che, nel disciplinare il sistema del prelievo per copia privata, ai fini del calcolo dell’equo compenso, non distinguono tra le riproduzioni per uso privato effettuate a partire da una fonte legale e quelle realizzate da copie illegali.
L’importo così calcolato infatti, si ripercuoterebbe sull’utente delle opere protette nel momento in cui acquisti dispositivi e supporti di riproduzione che consentono la realizzazione di copie private.
I giudici di Lussemburgo dunque, ammessa la necessità di assicurare un’elevata tutela del diritto d’autore, fondamentale per incentivare la diffusione della cultura, sottolineano l’importanza che ciò avvenga anche assicurando il giusto equilibrio tra i diritti e gli interessi degli autori e quelli degli utenti dei materiali protetti.