In un rapporto recentemente diffuso, il World Economic Forum (WEF) ha stimato il potenziale peso economico degli attacchi informatici – e dei costi relativi alla sicurezza – in una somma pari, entro il 2020, a circa 3 mila miliardi di dollari.
Il testo, redatto sulla base delle interviste di oltre 250 fra esperti e dirigenti d’azienda, paventa anche la possibilità che il progresso tecnologico trovi un freno proprio nella crescente necessità di gestire in sicurezza il business di ogni azienda.
In buona sostanza, la compliance aziendale – se attuata senza una corretta “cyber-strategia” a livello societario – potrebbe condurre, in unione con la disattenzione tipica delle strutture pubbliche, a enormi perdite sia economiche che sociali.
In uno scenario più positivo, qualora le aziende e gli Stati nazionali adottassero le giuste contromisure agli attacchi informatici, le nuove scoperte in campo tecnologico potrebbero al contrario generare un profitto stimabile tra i 9 ed i 21 mila miliardi di dollari.
Tutto appare affidato, in buona sostanza, alle energie che i legislatori (nazionali ed internazionali) e le aziende attive nel settore (dagli OTT alle imprese) riserveranno a questa minaccia globale.
I pirati del web, di certo, non aspettano.