Davanti al tribunale federale della Florida, Cristiano Ronaldo è finito al centro di una class action, quest’ultima avente ad oggetto la comunicazione commerciale relativa alla promozione di “non fungible tokens” o “NFT” emessi dalla piattaforma di criptovalute Binance, in quanto considerata “fuorviante e illegale”. Per questo motivo, i ricorrenti chiedono un risarcimento danni di oltre un miliardo di dollari.
La promozione delle criptovalute, risalente al novembre dello scorso anno in occasione della Coppa del Mondo, consisteva in una presentazione di sette figure animate raffiguranti del noto calciatore nei momenti più “cult” della sua vita, partendo dalla sua infanzia fino ai suoi goal in campo. Ronaldo ha inoltre continuato a promuovere gli NFT anche sul sito ufficiale della società e sui social media, tra cui su X (antecedente Twitter).
La Binance viene accusata per aver utilizzato volti noti per ottenere altissimi livelli di investimento e per guadagnarsi la fiducia dei consumatori, spingendoli a fare investimenti rischiosi e molto onerosi, nonché di aver violato delle leggi statunitensi in materia di mercato azionario e di aver operato come borsa valori non registrata. L’Exchange di criptovalute ha accettato di pagare una somma di quasi 4 miliardi di dollari e ha spinto il suo fondatore, Changpeng Zhao, a dimettersi dalla carica di amministratore delegato, dichiarandosi colpevole di mancato controllo rispetto alle attività di riciclaggio che avvenivano sulla piattaforma.
Gli NFT avevano goduto di un breve boom, ma il loro valore è in continua discesa, anche soprattutto in seguito ai continui scandali che hanno colpito l’industria delle criptovalute, come ad esempio nel novembre scorso quando alcune star di Hollywood, come Larry David e Tom Brandy, sono state chiamate in giudizio per aver promosso, tramite il loro stato di celebrità, un modello di business fallito di criptovalute.