Al fine di assicurare il rispetto delle norme a protezione dei consumatori per gli acquisti oltre i confini dei propri stati, con il Regolamento (CE) 2006/2004 del 27 ottobre 2004 è stata istituita una rete di autorità pubbliche a difesa dei consumatori per poter affrontare tali problematiche in maniera coordinata.

Di fronte all’improvvisa richiesta di Meta di scegliere tra il consenso alla raccolta e all’utilizzo dei dati personali degli utenti o il pagamento di una somma di denaro, la Commissione Europea ha coordinato un’azione per accertare la legittimità o meno del modello “pay or consent” utilizzato rispetto al Digital Service Act (DSA).

In quest’ambito, la CPC Network ha individuato dei profili dell’azione di Meta che appaiono in contrasto con la legislazione comunitaria a protezione dei consumatori, in particolare la Direttiva 2005/29/CE relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori e la Direttiva 93/13/CEE in materia di clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori.

In particolare, sono stati evidenziati i seguenti profili di illiceità:

  • l’ingannevolezza del termine “gratuito”, con riferimento a chi non opta per l’abbonamento a pagamento;
  • la mancata chiarezza riguardo ai dati personali che sono utilizzati;
  • la pressione esercitata sugli utenti per effettuare una scelta in un breve lasso di tempo, considerata l’importanza delle piattaforme per l’espressione della persona e della sua socialità.

Per queste ragioni, la CPC Network e la Commissione Europea hanno inviato una lettera a Meta, con invito a proporre delle soluzioni entro il 1 settembre 2024, con avvertimento che se non riceveranno concrete e valide proposte, esse potranno prendere delle misure contro la società, comprese sanzioni, per assicurare il rispetto delle norme a protezione dei consumatori.

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