Con provvedimento n. 24872, l’Antitrust ha condannato sette società operanti sul web che a partire da febbraio 2013 avevano pubblicizzato servizi online di valutazione auto usate apparentemente gratuiti.
In realtà, una volta inseriti i propri dati per ottenere il preventivo, centinaia di utenti si sono visti richiedere il pagamento di una fattura del valore di 60 euro, la cui somma di fatto quadruplicava nel caso di ritardi nei versamenti da parte dei consumatori.
Non solo, il diritto di recesso, concesso esclusivamente via web, doveva essere esercitato entro un brevissimo termine: 20 minuti dalla conclusione del contratto; in alcuni casi, molti utenti hanno segnalato il malfunzionamento della piattaforma proprio al momento dell’esercizio della facoltà di recesso.
Al termine dell’istruttoria, instaurata a seguito delle oltre 2000 segnalazioni pervenute davanti all’Autorità, l’Antitrust ha accertato la violazione delle norme del Codice del Consumo, dichiarando che le condotte poste in essere dalle società integrano due distinte pratiche commerciali scorrette: la prima pratica “riguarda il meccanismo ingannevole utilizzato dai professionisti, al fine di indurre i consumatori a fruire dei servizi di valutazione dell’autovettura, offerti online sui siti internet, sulla base del falso presupposto della loro gratuità”; la seconda pratica è invece “caratterizzata da aggressività” ed “è diretta ad ostacolare l’esercizio legittimo del diritto di recesso nei termini previsti dal Codice del Consumo per i contratti negoziati a distanza, nonché volta a condizionare indebitamente la libertà di scelta del consumatore mediante la minaccia, in caso di mancato pagamento, del ricorso ad azioni legali, con i conseguenti maggiori oneri economici, così da indurlo ad assumere una decisione commerciale che altrimenti non avrebbe preso”.